Attività formali d'aula

L’attività didattica d’aula è finalizzata all’apprendimento della disciplina e delle competenze necessarie per esercitare la professione di medico di medicina generale. Una delle problematiche più sentite nel mondo sanitario è che a fronte dell’emergere di una crescente complessità vi sia come risposta da parte del professionista della salute un riduzionismo non sempre del tutto efficace. Sempre più la tendenza è quella verso una medicina specialistica perdendo di vista la visione d’insieme che solo un professionista come il medico di medicina generale può avere.

Il medico di medicina generale deve avere non solo capacità cliniche ma anche relazionali e gestionali, deve saper fare diagnosi operative basate su un ragionamento per lo più empirico-probabilistico, prendere decisioni ed assumersene la responsabilità, essere sensibile nei confronti della comunità, gestire relazioni e saper comunicare, lavorare in team, rispettare il ruolo e interagire con altre professioni.

La formazione deve quindi “dare forma”, togliere quello che è superfluo, concentrarsi su quello che la professione e il contesto richiedono educando al professionalismo e favorendo un apprendimento e un cambiamento “trasformativo” attraverso delle metodologie interattive.
Quello che si deve superare è il vecchio concetto di un tirocinio come applicazione della teoria e passare invece ad un tirocinio come ponte bidirezionale tra teoria e pratica e tra pratica e teoria in un circolo virtuoso di continuo miglioramento della professione. E’ fondamentale mantenere su un piano costantemente dialettico la relazione tra la teoria e la pratica di un intervento sanitario.
In quest’ottica l’attività didattica d’aula non può più essere pensata solo come trasmissione del sapere che viene semplicemente trasferito nella pratica ma come facilitazione dell’apprendimento che per trasformarsi in competenza deve essere attivo, rilevante, basato su obiettivi chiari, responsabilizzante, riflessivo, gratificante, contestualizzato.

All’interno pertanto di un approccio formativo che mira ad un apprendimento attivo e a creare delle competenze il medico tirocinante non deve essere interpretato come un principiante da istruire ma come una potenziale risorsa critica nei confronti della realtà lavorativa consolidata. Ciò significa passare da una lezione centrata sul docente ad una lezione “centrata sul discente”.
Si deve inoltre portare all’interno dell’attività didattica d’aula il principio della medicina generale del “prendersi cura” della persona secondo l’approccio bio psico sociale e non di curare solo la malattia. Questo diverso paradigma deve essere legato ad una scelta e ad una centratura diversa delle lezioni.
La lezione quindi non può più essere la ripetizione di nozioni apprese in ambito universitario scollegate dal contesto, ma deve poter diventare uno spazio riflessivo-esperienziale in cui tramite l’aiuto di modalità di partecipazione attiva (discussione di casi, role playing, problem based learning, lavori di gruppo, simulazioni) si facilitano processi di apprendimento e si approfondiscono, si discutono e si declinano le conoscenze mediche aggiornate contestualizzandole alla pratica della Medicina Generale.
Partecipare alla discussione tramite l’analisi di casi, mettersi in gioco nei role playing e nelle simulazioni, partecipare attivamente ai lavori di gruppo e alla risoluzione dei problemi presentati nel problem based learning diventa un aspetto essenziale e fondamentale per la crescita professionale del medico tirocinante.
L’obiettivo è quello di aiutare i medici tirocinanti a diventare essi stessi artefici della loro formazione e a risolvere efficacemente i problemi di salute che ogni giorno si presentano al professionista.
Il percorso didattico teorico della scuola di formazione specifica in medicina generale di Trento prevede, dopo un primo periodo in cui l’apprendimento sarà focalizzato sui problemi di più frequente riscontro nella pratica della MG, la gestione dei problemi acuti, cronici e complessi dal punto di vista clinico, relazionale comunicativo, organizzativo/gestionale, metodologico, etico, deontologico. Particolare attenzione è rivolta inoltre a facilitare l’apprendimento di competenze trasversali utili per lavorare in team e saper affrontare efficacemente la complessità sociosanitaria, vera sfida di questo nuovo secolo.

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